Telmo Pivani, Mauro Varotto: “Il Giro del Mondo nell’Antropocene”

Con il sottotitolo di “Una mappa dell’umanità del futuro” (Raffaello Cortina Editore, 2022) questo interessante libro, il cui titolo richiama ad una nuova era geologica già iniziata: l’Antropocene, ovvero l’era della prevalenza dell’uomo, unisce insieme all’aspetto di pubblicazione scientifica, (corredata di numerose mappe geografiche di varie parti del mondo)  una narrazione romanzesca in cui il protagonista immagina di iniziare un viaggio intorno al mondo, in questo caso in 8 giorni, un po’ come fece il precursore Phileas Fogg di Jules verne nel suo “Il giro del mondo in 80 giorni”.

Solamente che questo viaggio inizia mille anni dopo, nel 2872, in seguito ad una scommessa, e il mezzo di trasporto è un aereo ad idrogeno. Nel confronto con la situazione attuale, di cui vengono forniti dati scientifici aggiornati, la geografia dei continenti sorvolati apparirà completamente sconvolta. Il riscaldamento globale avrà lasciato effetti inimmaginabili (eppure già prevedibili su basi scientifiche) sulla morfologia del pianeta. Le terre emerse avranno subito un ridimensionamento eccezionale con non solo città, ma interi stati costieri (come il Bangladesh, in Asia) completamente sommersi da nuovi mari. L’Italia vedrà la scomparsa l’intera Pianura Padana che prenderà il nome di “Mare Padano”. Ma ogni parte della Terra avrà visto cambiamenti epocali. Durante il percorso che prevede alcune tappe, si discute di combustibili minerali, di spreco energetico, di emissioni  di CO2, di deforestazione, di consumo e sfruttamento indiscriminato di risorse e di suolo, insomma di tutti quegli argomenti sui problemi ambientali sempre più attuali e sempre in prima pagina sui media, ma in questo libro portati alle massime conseguenze davanti ai nostri occhi. Da leggere con attenzione il capitolo: “Il panorama attuale – come nel rugby” che parla del riciclaggio e accumulo dei rifiuti come riportato dalle statistiche del Global E-waste monitor.

Alla fine del giro si approda ad un nuovo continente, chiamato “IperAustralia” nato dalla scomparsa e trasformazione dell’Antartide (fusione della calotta nel 2570), in cui si rifugeranno centinaia di milioni di persone e in cui si svilupperanno grandi conflitti politici ed economici… e dove alla fine “i movimenti ambientalisti, inascoltati per tre secoli, passarono alle maniere forti…” Infatti: “ i negazionisti populisti vinsero tutte le elezioni fino al 2215 circa, demonizzando imposte patrimoniali e tasse ecologiche. La loro specialità era consolare i votanti, anziché offrire prospettive.” Al termine, smentendo ancora una volta le assurde teorie dei terrapiattisti, il protagonista afferma che: “ogni tanto, bisogna rimettersi in viaggio e rifare il giro del mondo.

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