Corrado Alvaro: La signora dell’isola

Di Corrado Alvaro (San Luca, RC 1895 – Roma, 1956) se n’è sempre parlato poco, sarà perchè contemporaneo di scrittori di prosa come Moravia e Pirandello per non parlare di Italo Svevo, Buzzati, Pavese e altri. I suoi racconti e romanzi lasciano soprattutto l’impronta di chi è nato in meridione, in quella Calabria descritta nei tredici racconti di Gente in Aspromonte (1930).

Scriverà tra le due guerre romanzi vincitori di premi letterari come L’Uomo è forte (1938), L’età breve (1946) e Quasi una vita (1950). Altre sue opere di narrativa comprendono in totale una ventina tra romanzi e raccolte di racconti. Alvaro fu anche giornalista collaboratore (anche se per breve tempo) della Stampa e del Corriere, nonchè sceneggiatore e scrittore di teatro e traduttore di scrittori russi come Dostoevskij eTolstoj o inglesi come Robert Stevenson.

Corrado Alvaro ha percorso itinerari di sperimentazione europei, anche geograficamente, avendo soggiornato in paesi del nord come in Germania (Berlino), in Polonia o in Russia dove critica il totalitarismo stalinista (in “L’Uomo è forte“).

La raccolta che recensiamo: La Signora dell’isola racchiude otto racconti brevi precedentemente sparsi e scritti durante gli anni Venti, che apparentemente non hanno un filo conduttore ma che descrivono situazioni che hanno come sfondo la stagione della primavera in cui i protagonisti vivono esperienze “espressioniste” in cui i dettagli circostanti diventano essi stessi narrazione.

Nel primo racconto, che dà il titolo al libro, si sviluppa di notte come un sogno (“era una notte di primavera”), in cui due uomini arrivano in una piccola isola in cerca di rifugio da una tempesta di vento e onde. Bussano a una casa dove trovano una signora (“Una dama dalle mani bianchissime e dai capelli biondi”) con una vecchia governante. In un ambiente carico di riminiscenze classiche lei manifesta la sua solitudine e il suo desiderio d’amore nonostante il suo atteggiamento distaccato e freddo. Alla fine prevale il desiderio carnale esplicitato dall’amico del protagonista principale che ne rimane silenzioso testimone.

In “Veder amare“, Le Strade fatte a Vent’anni e Il canto più bello sono racconti di rara intensità espressionistica pur nella loro brevità e questo tema, come afferma Remo Cesarani nella sua nota nell’edizione Sellerio: “…è il tema ossessivo e dominante in tutta la narrativa di Alvaro, e qui rivisitato sotto forma di incontro fra culture diverse, quella nordica, cittadina, sfrenata, trasgressiva… e quella meridionale, paesana, raccolta, naturale, pudica dello scontro fra i sessi…” Altri racconti sono legati al tema del viaggio, della fuga e l’inserimento in un altro mondo. Nel “L’orologio” dove l’ambientazione urbana e caotica fa da sfondo alle incertezze di un adolescente. Oppure “Viaggio in Italia” in cui la protagonista polacca, quasi stregata da un paesaggio variegato, sempre più luminoso e pittoresco man mano che il treno procede verso sud, si trova isolata e alla fine in crisi non conoscendo la lingua. Ma come sostiene ancora il commentatore nella nota a fine libro, il racconto “La signora dell’isola” risulta il più suggestivo tra quelli di questa raccolta: “… il tema dell’attrazione erotica compare su uno sfondo tra favoloso e mediterraneo, avvolto in un’atmosfera magica e mitologica, carico di profondità antropologiche e di tensioni psicologiche moderne… Il racconto si presenta come un esempio alto di sperimentazione narrativa, aperto alle esperienze europee.” E ciò non è poco essendo stato scritto negli Anni Venti, che al di là dell’atlantico furono definiti “anni ruggenti”.


Il libro risulta attualmente fuori catalogo ma si possono trovare buone copie usate anche in Amazon o nelle librerie specializzate in libri non reperibili. Naturalmente si può leggere prendendolo in prestito bibliotecario.

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