
La scrittrice nata in Ungheria nel 1935 e poi fuggita con la famiglia in Svizzera nel 1956 in seguito all’occupazione sovietica del suo paese, ha pubblicato tra il 1987 e il 1991 usando il francese (sua seconda lingua) il suo capolavoro: “La trilogia della città di K” (“Il Grande quaderno”, “La prova”, “La grande menzogna”). “C’est egal” (fa lo stesso) , pubblicato in italiano come “La Vendetta”(Einaudi, 2005) è una raccolta di micro-racconti in cui vengono tratteggiati personaggi solitari, vittime di alienazioni, di perdita delle proprie origini ( e in questo traspare un elemento autobiografico); alla ricerca del proprio passato, in perenne attesa di ritrovare l’identità perduta. Esistenze distrutte tuttavia ostinate in una lotta rassegnata, a volte surreale. La moglie che uccide il marito solo per liberarsi del suo russare e poter finalmente riposare (La scure); l’uomo che si illude di aver trovato un’amicizia da una telefonata giunta per sbaglio (Numeri sbagliati); lo scrittore che per superare la solitudine vuole scrivere un romanzo ma non sa quale sarà l’argomento (Lo scrittore), come pure la stessa solitudine pervade la vita dell protagonista di “La cassette delle lettere” che attende sempre di ricevere una missiva ma trova sempre vuota la sua cassetta. Venticinque storie di “finzione flash” che hanno in comune un forte sentimento di attesa e rappresentano: “Schegge narrative che raccontano un mondo mostruosamente duro, di fronte al quale domina il senso di estraneità e di smarrimento”.
E ancora (dalla bella recensione di Patrizia Parnisari): “…Nei suoi venticinque racconti, brevissimi, folgoranti, raccolti nel volumetto La vendetta non c’è spazio per la pietà o il perdono. In quello che dà il titolo all’intero libro non c’è posto per il bene: «Gli sconfitti hanno incassato i colpi senza restituirli. Ma sono diventati cattivi». Chi non si vendica e non fa del male diviene dunque cattivo. Questo rovesciamento della visione del mondo attraversa tutta la sua opera.” [qui]. Agota Kristof è scomparsa nel 2011 a Neuchâtel.
Da leggere.