
Un ricordo nel trentennale (6 aprile 1992) dalla morte di uno dei più grandi scrittori di fantascienza, che ha inventato le tre leggi sulla robotica, e per la maggioranza certamente il più popolare. Un autore ecclettico e prolifico che ha pubblicato più di 400 tra racconti e romanzi. E non solo di fantascienza.
Qui viene presentato un suo racconto breve e inquietante scritto proprio in piena Guerra Fredda che descrive in modo impressionante il male assoluto evocato dall’esplosione di un esperimento nucleare. Purtroppo un’arma letale la cui minaccia è tornata ultimamente alla ribalta in seguito al conflitto Russo-Ucraino.
Qui sotto lo riportiamo tradotto dall’inglese da Paolo Giovannetti.
Il Fuoco infernale (1956)
“Vi era un trambusto di partecipanti come ad una elegante prima serata. Era presente solo una manciata di scienziati, una spruzzata di alti ufficiali, alcuni congressisti, pochi giornalisti.
Alvin Horner dell’ufficio di Washington della Continental Press si trovò accanto a Joseph Vincenzo di Los Alamos e disse: «Adesso dovremmo imparare qualcosa».
Vincenzo lo fissò attraverso le sue bifocali e disse: «Non la cosa importante.» Horner si accigliò. Questo doveva essere il primo film super-rallentato di una esplosione atomica. Per mezzo di magiche lenti che trasformavano la polarizzazione direzionale in scintillio, il momento dell’esplosione sarebbe stato diviso in spezzoni da un miliardesimo di secondo. Ieri era esplosa una bomba A. Oggi, questi spezzoni avrebbero mostrato l’esplosione con un incredibile dettaglio.
Horner disse: «Pensi che non funzionerà?»
Vincenzo sembrava tormentato. «Funzionerà. Abbiamo condotto dei test pilota, ma la cosa importante …»
«Qual è?»
«Che queste bombe sono una sentenza di morte per l’uomo. Non sembriamo capaci di impararlo.» Vincenzo annuì. «Guardali qui. Sono eccitati ed emozionati, ma non spaventati.»
Il giornalista disse: «Conoscono il pericolo. Sono anche spaventati.» «Non abbastanza,» disse lo scienziato.
«Ho visto uomini osservare un’isola ridotta ad un buco dall’esplosione di una bomba H e poi andarsene a casa a dormire. Ecco come sono gli uomini. Per migliaia di anni è stato predicato loro il fuoco dell’inferno e non ha prodotto alcuna reale impressione.»
«Fuoco infernale: siete religioso, signore?»
«Quello che avete visto ieri era fuoco infernale. L’esplosione di una bomba atomica è un fuoco infernale. Letteralmente.» Questo era abbastanza per Horner. Si alzò e cambiò di posto, ma guardò il pubblico un po’ ansioso. C’era qualcuno spaventato? C’era qualcuno preoccupato del fuoco infernale? A lui non sembrava così.
Le luci furono spente, il proiettore partì. Sullo schermo la torre di lancio si stagliava scheletrica. Il pubblico diventò quietamente teso. Poi una luce puntiforme apparì in cima alla torre, un punto acceso e brillante si sviluppava lentamente in un pigro gomito sporgente di qua e di là che assumeva forme strane di luce e ombra, diventando ovale.
Un uomo lanciò un grido soffocato, poi anche gli altri. Ci fu un rauco balbettio di rumori seguito da un silenzio totale. Horner poteva odorare la paura, assaggiare il terrore nella sua stessa bocca, sentire il sangue raggelarsi.
La palla ovale infuocata aveva diffuso dei getti, per poi fermarsi in un momento di pausa prima di espandersi rapidamente in una sfera abbagliante e informe. In quel momento di pausa la palla infuocata aveva mostrato delle macchie scure come se fossero occhi e linee scure di sopracciglia fiammeggianti, un profilo sottile cadente a forma di V, una bocca contorta all’insù che rideva selvaggiamente nel fuoco infernale … e delle corna.“