
Oggi, 28 gennaio 2022 si celebrano i cinquant’anni dalla scomparsa del grande scrittore bellunese (Belluno, 16 ottobre 1906 – Milano, 28 gennaio 1972).
Insieme a Italo Calvino e Tommaso Landolfi, uno dei più grandi scrittori fantastici del Novecento italiano, con all’attivo un grande numero di romanzi e racconti surreali e realistico-magici (tanto da esser stato a più riprese definito il “Kafka italiano”). Il suo capolavoro, Il deserto dei Tartari (1940), è considerato dalla critica il vertice della narrativa esistenzialista italiana.
Nel 1958 la sua raccolta “Sessanta Racconti”, è stata premiata con il premio Strega .
Ha collaborato per molti anni con il “Corriere della Sera” e come “secondo mestiere”, come lui stesso aveva dichiarato, era dipingere. Le sue opere pittoriche sono fortemente influenzate alle atmosfere e alle situazioni dei suoi romanzi e dei suoi racconti: lo stesso autore definì i suoi quadri “storie dipinte”, sottolineando con questa espressione la forte carica narrativa delle tele. A questo proposito vale la pena di ricordare una sua opera singolare, precorritrice degli attuali “graphic novels” e che fece a suo tempo scalpore : “Il poema a fumetti” pubblicato nel 1969.
Appena ieri è stata celebrata anche “la giornata della memoria” , la Shoah, per non dimenticare le lo sterminio degli Ebrei vittime del genocidio nazifascista.
Buzzati scrisse un racconto breve, una amara parodia su quella triste e inquietante figura che ideò e permise quella tragedia.
Dalla raccolta “Il Colombre e altri cinquanta racconti“: “Povero bambino”
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