Imagismo – seconda parte

Ezra Pound viene ritenuto il teorico e artefice del termine “Imagisti”  e del successivo manifesto imagista del 1915. Infatti fu nella primavera del 1912, dopo aver ufficialmente lasciato il primo nucleo dei poeti appartenenti alla School of Images di Hulme, che in un incontro in un Tea-Shop di Kensington con Hilda Doolittle (H.D.) e Richard Aldington, Pound indirizzò loro il termine: Imagistes (alla Francese), al quale poi venne preferita la versione inglese: Imagists. Nello stesso anno Pound pubblicava la sua raccolta “Ripostes” in cui in appendice presentava la produzione poetica di Hulme e definiva morta la ”School of Images”. Nell’anno successivo, 1913, nella rivista americana Poetry, (fondata a Chicago nel 1912) vennero diffusi i principi poetici degli Imagisti con i contributi di F.S Flint e Ezra Pound. Nel suo articolo Flint afferma: “Gli imagisti ammisero che erano contemporanei dei Post-Impressionisti e dei Futuristi ma non avevano niente in comune con queste scuole. Loro non avevano pubblicato un manifesto…
Avevano poche regole scritte solo per la loro soddisfazione personale e non le avevano pubblicate. Queste erano:
1. Trattamento diretto della ‘cosa’ sia soggettiva che oggettiva
2. Non usare assolutamente nessun termine che non contribuisca alla
presentazione
3. Rispetto al ritmo: comporre in sequenza della frase musicale non in
sequenza di un metronomo.
Mentre Pound nel suo contributo intitolato: “A few don’ts by an Imagiste” scrive:
“Un’immagine è ciò che costituisce un complesso intellettuale ed emozionale in un istante di tempo”… e a proposito del linguaggio:
• Non usare parole superflue, nessun aggettivo che non riveli qualcosa…
• Stare lontani dalle astrazioni…
• Non usare alcun ornamento o buon ornamento…
• Non troncate i vostri versi in due separati giambi. Non fate che ogni verso si
chiuda alla fine e poi risorga ad ogni riga successiva…
E, per quanto riguarda il ritmo:
… In breve, comportarsi come un musicista, un bravo musicista, quando vi occupate di questa fase della vostra arte poetica che ha degli esatti paralleli con la musica. La governano le stesse leggi e non dovete legarvi a nessun altro.

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