Ancora sull’Imagismo -(prima parte)

Come abbiamo accennato nell’articolo precedente, il movimento Imagista nasce come reazione modernista alla poetica intrisa di sentimentalismo e romanticismo degli autori Georgiani ed Edoardiani considerati antiquati. Assieme al movimento vorticista di inizio ‘900 questo movimento pretende di gettare la basi per una nuova espressione poetica capace di svicolarsi dai vecchi schemi sia nei contenuti che nella metrica. Lo stile dovrà essere asciutto, unito alla semplicità della lingua, la concretezza e la precisione dell’immagine.
Successivamente alla creazione nel 1908 a Londra, da parte di T.E. Hulme, del gruppo “Poet’s Club” che produsse alcune antologie, nel 1909 all’arrivo di E. Pound vi fu una sorta di scissione. Infatti nello stesso anno Hulme diede vita a un progetto laterale assieme a F.S. Flint, critico e amico del Poets’ Club, chiamato “The School of Images,” Riunendo un gruppo di poeti che si incontravano il giovedì sera in un ristorante di Soho, tra cui Joseph Campbell ed Edward Storer. Scopo del gruppo era quello di discutere di tecnica poetica con particolare attenzione al vers libre dei Simbolisti francesi e del giapponese haiku.

Edward Storer, viene in questo caso considerato come un pre-imagista, in quanto la sua poesia si basa sul valore dell’immagine alla quale il linguaggio doveva adattarsi in concisione e vividezza attraverso l’uso di simboli semplici universalmente comprensibili.

Questi versi ne costituiscono una tipica testimonianza:

[fine prima parte]

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