Charles Simic: il poeta “casalingo” che scrive con la matita.
Charles Simic, nato a Belgrado nel 1938, emigrato negli USA nel 1954, ha al suo attivo diversi riconoscimenti: vincitore del Premio Pulitzer per la poesia nel 1990 e nel 2007 dichiarato “poeta laureato” (il quindicesimo dalla sua istituzione). Simic è professore emerito di Letteratura americana e scrittura creativa all’Università del New Hampshire.
I temi della sua produzione in versi spaziano dalla musica (jazz), l’arte e la filosofia. E’ considerato un poeta minimalista per la sua predilezione di partire dalla realtà con oggetti concreti poeticamente utilizzati per parlare dell’universo, ed è stato paragonato a William Blake. Per quanto mi riguarda trovo anche delle corrispondenze con il movimento anglo-americano degli Imagisti, dell’inizio del ‘900 (Ezra Pound, Storer, Amy Lowell e altri).

Nella sua singolare intervista del 2017 concessa al “The New York Review of Books”, Simic si presenta come un poeta e scrittore anticonformista, che predilige la scrittura a mano. Si serve di una semplice matita, spesso dei mozziconi, che secondo lui “hanno una storia da raccontare” con cui scrive su foglietti e sul retro di volantini raccattati un po’ dovunque. Il suo luogo di ispirazione è la cucina, in cui manifesta il suo estro creativo davanti a un buon bicchiere di vino rosso, mentre la moglie cucina i suoi piatti preferiti, di cui ne assapora gli effluvi.
Insomma un poeta casalingo lontano dai soliti clichè e dall’utilizzo dei moderni strumenti di scrittura come laptop e tablet, perché, come lui risponde a un amico: “one can chew a pencil all the way down to a stub while thinking what to write next.”.
Ho personalmente letto con interesse e piacere il suo ultimo libro di poesie “Come closer and Listen” , Harpen Collins Publishers, New York, 2019. Non ancora pubblicato in Italia.