Un libro per l’estate.

Copertina-DelGiudiceUn libro che vi consiglierei di leggere ovunque voi siate quest’estate. Non è un titolo recente ma di un autore di sicuro rilievo nel panorama letterario contemporaneo e di cui abbiamo già letto un racconto nell’ultimo incontro di maggio di quest’anno. Si tratta di “Staccando l’ombra da terra” di Daniele del Giudice.

Vi ricordo che Daniele del Giudice,  è stato un docente universitario e scrittore appassionato di volo, che ora purtroppo si trova a sperimentare una patologia molto debilitante che lo ha costretto ad abbandonare la scrittura.  Nel 1994 ha scritto per Einaudi “Staccando l’ombra da terra”, una serie di racconti sul volo che per lui rappresenta, quando  accade di perdersi  mentre si prova a volare da soli,  lo spazio che si trova fra anima e probabilità, analogamente a come ci si perde nella vita, senza rendersene conto.

I brani ci parlano dell’esperienza personale di Del Giudice come pilota, ma anche dell’ultimo volo di Antoine de Saint Exupery, partito da Bastia e mai più tornato. Sempre in questo libro si trova “Unreported inbound Palermo”, il racconto sul volo Itavia precipitato ad Ustica, testo poi sviluppato insieme a Marco Paolini per la realizzazione dell’opera teatrale di I-TIGI.

“Ogni capitolo è un decollo per una diversa rotta e per un diverso registro narrativo … La traccia di chi sa staccare l’ombra da terra viene inseguita attraverso alfabeti cifrati e operativi, un linguaggio di massima densità in un minimo di parole … Ma la parola, come il volo, come la vita, racchiude in sé un lato di non detto e non dicibile.”

Ecco alcune brevi citazioni dal libro:

(da “E tutto il resto?”):  “Forse trasformandomi in aeroplano volevo soltanto essere già adulto, perché solo l’illusione di continuità ci permette di credere che il bambino e l’adulto che ne consegue siano la stessa cosa, due stadi della medesima unità, mentre l’infanzia non si sviluppa, cade, semplicemente come i denti da latte …

(Da “Fino al punto di rugiada”): “Ti perdesti una mattina in volo come ci si perde nella vita, senza rendersi conto che ci si smarrisce, scivolando a poco a poco nel non trovarsi più …”

(da “Manovre di volo”): “Il nord è il nord, sebbene non il solo, ma è un semplice riferimento, ogni grado della bussola gode di pari dignità, qualunque punto della terra è contemporaneamente origine e fine del viaggio, capovolto di volta in volta e all’occasione. Se potessi accettare che quel che conta è solo il tratto, anzi la tratta come tu chiami il percorso, senza nostalgie della partenza né dell’arrivo; oppure sapere che partenza e arrivo possono essere la stessa cosa, coincidere. …

Isomma un libro che vale assolutamente la pena leggere anche per i non appassionati di volo.

[Daniele del Giudice è autore anche dei romanzi: “Lo stadio di Wimbledon”, Einaudi, 1983 – “Atlante Occidentale”, Einaudi, 1985 –  “Il Museo di Reims”, Mondadori, 1988. e della raccolta “I Racconti”, Einaudi, 2016]

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